India: il piano di rilancio economico punta all’autosufficienza del paese, tra molti dubbi

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Mentre la pandemia Covid-19 costringe ad un rallentamento delle attività produttive in tutto il pianeta, la priorità dei governi ruota attorno ai piani di rilancio delle economie nazionali. Così, dopo i miliardi di dollari di stimoli da parte di Stati Uniti, Giappone e paesi europei, con il Giappone che spende il 21% del PIL e gli Stati Uniti il 13%, il primo ministro indiano Narendra Modi ha annunciato la scorsa settimana un pacchetto di 20 trilioni di rupie (265 miliardi di dollari), pari al 10% del PIL.

Dopo 59 giorni di blocco, le stime per l’intero anno prevedono una crescita da piatta a negativa, che rappresenta una sfida significativa per un Paese in cui più della metà dei suoi 1,38 miliardi di persone vive di guadagni giornalieri e non di dispone di risparmi per gestire le emergenze. La promessa di un mega pacchetto per rivitalizzare l’economia ha quindi creato alte aspettative da parte di lavoratori, imprese e investitori, che hanno assistito ad un vertiginoso aumento della disoccupazione e delle aziende sull’orlo della bancarotta negli ultimi due mesi di lockdown.

Mentre il paese si prepara ad aprire ulteriormente la sua economia nella quarta fase della serrata nazionale, iniziata il 18 maggio, il pacchetto fiscale annunciato da Modi mira a costruire un’India basata sull’autosufficienza. “Per realizzare il sogno di fare l’India del 21° secolo, la strada da seguire è quella di assicurare che il Paese diventi autosufficiente”, ha dichiarato Modi. Il piano per un’India autosufficiente, o Aatmanirbhar Bharat, si concentrerà su terra, lavoro, liquidità e riforme, e si rivolgerà a vari settori dell’economia, tra cui le imprese, i lavoratori migranti e la classe media. Il contenuto del pacchetto, annunciato in cinque tranche tra il 13 e il 17 maggio ed equivalente a quasi un anno intero di entrate fiscali lorde dell’India, si basa principalmente su garanzie governative sui prestiti, estensioni di credito guidate dalle banche e numerose modifiche normative che puntano alla semplificazione. Tuttavia, secondo gli esperti finanziari il ruolo del governo centrale si configura come quello di “facilitatore”, ed il pacchetto costituisce più che altro un esercizio di sblocco del flusso di credito in modo che le imprese possano riprendere a superare l’impatto del lockdown. A differenza di quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e in molte economie europee, il pacchetto dell’India richiede infatti un limitato sacrificio in termini di spesa pubblica, agevolazioni fiscali o sostegno in contanti per rilanciare la domanda.

L’obiettivo sembra essere principalmente quello di aiutare l’apertura di linee di credito e di dare garanzie per l’ottenimento di prestiti alle aziende di produzione di energia elettrica, le NBFC (Non Banking Financial Companies), le società finanziarie per l’edilizia abitativa, le MPMI. Il pacchetto è stato definito “smart” da Dhananjay Sinha, direttore della ricerca del Gruppo Systematix di Mumbai, in quanto il governo potrebbe dover aumentare la spesa fiscale solo in minima parte, secondo le stime. Tra le numerose misure di stimolo, solo circa sei – sostegno ai fondi pensionistici, tagli fiscali temporanei, potenziamento delle infrastrutture agricole, fornitura gratuita di cibo per i lavoratori migranti, fondi per la salvaguardia dell’occupazione rurale e un fondo di emergenza per le attività post-raccolta – possono essere quantificati come uno stimolo fiscale con un impatto a breve termine, ma solo se i fondi vengono erogati con rapidità, riuscendo a superare l’inefficienza burocratica registrata finora. Le garanzie sui prestiti, d’altra parte, non avranno un impatto fiscale immediato e dipenderanno da altri fattori, come la domanda di prestiti e la propensione delle banche a concederli.

La riluttanza del governo verso una maggiore spesa pubblica deriva comprensibilmente dalla sua posizione sui mercati globali e dal timore di esporre il governo a un possibile aumento esponenziale del deficit fiscale, stimato a febbraio al 3,5% per l’intero anno. L’India si trova infatti ai limiti dell’investment grade e un declassamento del rating sovrano di un livello rischierebbe di fare precipitare il paese nella categoria ad alto rischio speculativo o addirittura nella classe junk.

L’india, un paese che si rialza

L’India ha una lunga storia di emergenze sanitarie, ambientali e disastri naturali. Attingendo alla sua esperienza personale dopo il devastante terremoto del Kutch del 2001, Modi ha affermato con fermezza che una simile determinazione è oggi necessaria per superare la crisi della pandemia. “La crisi ha portato un messaggio all’India, ha portato un’opportunità. Quando la crisi è iniziata, l’India non produceva nemmeno un kit di DPI, né maschere N95. Oggi nel paese vengono prodotti quotidianamente due lakh (cioè 200 mila unità) di entrambi”. Tuttavia, mentre il Covid-19 dilaga in India, il paese si sta trovando ad affrontare anche gli effetti di un ciclone devastante, Amphan, che ha colpito l’India e il Bangladesh la scorsa settimana, uccidendo più di 80 persone e lasciando migliaia di senzatetto. Questo non farà altro che aggravare la crisi che questi paesi affrontano a causa della pandemia.”L’impatto di Amphan è peggiore del Covid-19″, ha detto il ministro capo del Bengala occidentale Mamata Banerjee. Si prevede infatti che il ciclone continuerà a causare forti piogge e inondazioni nell’India interna, danneggiando edifici, raccolti e terreni fertili. Nonostante le evacuazioni di massa siano iniziate con anticipo, è indubbio che il distanziamento sociale abbia reso le operazioni molto complesse, senza contare i pericoli legati alla potenziale diffusione del virus negli affollati rifugi di evacuazione.

Le misure saranno sufficienti?

Nella preoccupante situazione in cui si trova il paese, molte voci si sono alzate negli ultimi giorni a criticare il piano di ripresa del governo. Sono molti gli analisti che osservano come il piano di rilancio non includa misure a sostegno per le fasce più deboli della popolazione, che ammontano a circa 130 milioni di persone. Tra loro ci sono i migranti interni che hanno perso il lavoro per il confinamento sociale e il blocco economico decretati dal governo il 25 marzo. La disoccupazione è in aumento, ingrossata anche dai migranti indiani che rientrano dal Golfo Persico. Per le fasce più a rischio della popolazione, è previsto un unico sussidio di 1000 rupie (13 dollari), diviso in due tranche, a favore di qualche milione di donne.
Anche gli imprenditori e le aziende non sono molto soddisfatti dalla manovra, e gli economisti non mancano di notare che il pacchetto non affronta le preoccupazioni immediate dell’economia, poiché la spesa effettiva del governo è solo un decimo del pacchetto di 265 miliardi di dollari, annunciato dal PM come il 10% del PIL del paese e apparentemente in linea con i grandi piani di stimolo annunciati da altre importanti economie. “Gran parte del resto del pacchetto è in realtà costituito da prestiti forniti dalle banche, molti dei quali senza garanzie collaterali, che fanno leva su 105 miliardi di dollari di liquidità fornita dalla banca centrale” afferma l’agenzia di rating Fitch Solutions. Se la spesa pubblica effettiva sembra di per se insufficiente – l’1% del PIL ammonterebbe a circa 29 miliardi di dollari -, si teme inoltre che il governo possa spendere anche meno di questa cifra, per prevenire un declassamento del rating sovrano. Anche le nuove misure sul flusso di credito cominciano a preoccupare le MPMI, imponendo nuovi requisiti in termini di limiti di fatturato ed investimenti annui ed ostacolando l’accesso al credito per le imprese che non riescono a soddisfare gli uni o gli altri.

Secondo la Goldman Sachs, tutto ciò non sarà sufficiente a prevenire una probabile contrazione del 5% di quella che è la terza economia asiatica, in riferimento alle originali stime di crescita dell’1,8% per l’anno 2020-2021. Inoltre, molti degli schemi annunciati, come le modifiche normative e i piani di riforma, si concentrano solo sulle questioni a medio termine sul lato dell’offerta, ma non affrontano le questioni immediate sul lato della domanda. La domanda avrà un ruolo molto importante nella rinascita economica di tutti i paesi, e se l’India non riuscirà a stimolarla perderà inevitabilmente una grande opportunità. Per queste ragioni, ci si può aspettare che nei prossimi mesi saranno annunciate ulteriori spese fiscali, soprattutto dopo che l’India ha esteso il suo blocco nazionale di altre due settimane fino al 31 maggio, il che avrà un ulteriore impatto sull’attività economica.

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