Giovedì 24 Novembre si è tenuto, presso la sede di Confcommercio a Milano, l’Italy China Economic Cooperation Forum, organizzato da Italy China Council Foundation (ICCF) con la collaborazione di AICE e la Camera di Commercio Cinese in Italia.
Il forum è stata un’occasione di confronto tra le istituzioni e realtà imprenditoriali italiane e cinesi per fare il punto sulle relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi.
Lo scenario che è stato mostrato è quello di due paesi che vogliono continuare a cooperare nonostante le evidenti difficoltà derivanti da un’economia globale in crisi e le rigide politiche cinesi di gestione della pandemia da Covid-19. Lo dimostrano i dati relativi all’export del Made in Italy, che nel 2021 ha raggiunto la cifra record di 30 miliardi di dollari, e le manovre per rafforzare le relazioni bilaterali come i 14 voli aerei diretti ristabiliti e nuovi di prossima apertura o l’invito all’Italia ad essere ospite d’onore alla fiera internazionale di beni di consumo e lusso ad Hainan.
Il rapporto “Cina-Italia: quali prospettive per le imprese”, curato dal Centro Studi dell’ICCF e presentato durante il forum, ha illustrato come nel 2022 i dati di interscambio ritraggono un andamento italiano allineato con quelli degli altri Paesi europei. Complessivamente, nei primi dieci mesi dell’anno è cresciuto del 9% a/a, trainato dall’export cinese nella Penisola (+23% a/a pari a 43 miliardi di dollari), mentre l’import ha registrato un calo a/a del 10% (23 miliardi).
Ad oggi le principali importazioni di prodotti italiani in Cina provengono dal sistema moda e dai settori agroalimentare, cosmetica, arredamento, edilizia, meccanica, meccanica strumentale, macchine utensili, meccanica agricola, automotive.
Dal 2017 la Cina è il secondo Paese, dopo gli Stati Uniti, con il più grande flusso di investimenti in entrata. Nel 2020 la Cina è stata la quarta destinazione di IDE italiani per un valore di 1,55 miliardi di euro (+1891% sul 2019), portando la Cina a diventare l’undicesimo Paese per stock di investimenti italiani, con un valore di 11,45 miliardi di euro (+9,4%).
Interessanti i risultati emersi dal sondaggio (oltre 8000 risposte) somministrato da ICCF ad imprenditori italiani e cinesi che mostrano come gli imprenditori italiani vedano la Cina non solo come “mercato di sbocco” per i loro prodotti e servizi, ma anche come ponte per l’accesso a mercati vicini, ed altrettanto gli imprenditori cinesi considerano l’Italia un punto strategico nello sviluppo di attività R&S grazie all’alto livello di specializzazione della sua forza lavoro.
Altro dato che emerge dagli imprenditori italiani è quello dei settori di maggior interesse per investimenti futuri in Cina, in ordine di importanza:
- farmaceutico
- attrezzature/macchinari medicali
- tecnologie dell’informazione
- cibo e bevande
Il sondaggio ha inoltre permesso di redigere una serie di raccomandazioni per le istituzioni italiane e cinesi: investimenti nel digitale, aiuti per facilitare la nascita di collaborazioni con partner in loco, più formazione e informazione. Inoltre, le aziende italiane chiedono soprattutto all’UE di rafforzare la cooperazione diplomatica con partner strategici al di fuori dell’Unione, pur mantenendo stabili relazioni con Pechino, aumentare gli scambi commerciali e tutelare maggiormente la proprietà intellettuale; mentre le aziende cinesi, nel ridefinire le relazioni con l’UE, chiedono al governo cinese di favorire una più profonda cooperazione in attività congiunte di R&S e scambi culturali.
In questo scenario di opportunità per le aziende italiane che hanno intenzione di investire in Cina, Roncucci&Partners, forte della sua esperienza pluriennale in consulenza, è in grado di poterle accompagnare attraverso un percorso di internazionalizzazione che parte dall’individuazione di un partner alla digitalizzazione dei prodotti.
Chiara Origlia