All’inizio di quest’anno un interessante studio dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (World Tourism Organization – UNWTO) ha esplorato le tendenze del turismo globale nel 2018, evidenziando come il numero di arrivi turistici in Medio Oriente sia cresciuto di 64 milioni, segnando un +10% rispetto al 2017 e staccandosi dalla media mondiale, che si attesta attorno ad un +6.
Il turismo nell’area mediorientale è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, di pari passo con l’incremento della qualità dei servizi offerti, tra cui la vendita al dettaglio, l’ospitalità e l’intrattenimento, le offerte culturali e il settore fashion&beauty. La tendenza è guidata, in parte, dalla volontà espressa di diversificare l’economia e non dipendere esclusivamente dal business del petrolio, su modello di Dubai: l’emirato, infatti, già negli anni Ottanta e Novanta emergeva come esempio di un nuovo paradigma vincente di diversificazione e crescita, non più basata soltanto sugli idrocarburi ma su un brillante settore privato. Attività come le costruzioni, il commercio, la finanza e, più recentemente, i servizi legati al settore del turismo, hanno fatto da traino per suddetta diversificazione e i governi dell’area hanno iniziato ad imitarlo per creare un ambiente fertile per il turismo.
Le stime del settore turistico per il futuro
Entro il 2030, si stima che la popolazione mondiale aumenterà di oltre un miliardo, di cui un sostanziale 20% sarà di tipologia travelling (in viaggio). Il numero di arrivi turistici internazionali previsto per l’area mediorientale aumenterà in media di 43 milioni all’anno, raggiungendo la cifra capogiro di 1,8 miliardi entro il 2030. Secondo la stima, soltanto nei prossimi due decenni, il Medio Oriente dovrebbe raddoppiare il suo numero di arrivi, da 61 a 149 milioni.
Il turismo del lusso in Medioriente: una tendenza in forte crescita
Gli studi del UNWTO citano la vendita al dettaglio come una delle attività preferite per i viaggiatori internazionali in particolare nelle città metropolitane, che nella regione include Dubai, Abu Dhabi, Riyadh e Jeddah. Solo nell’area mediorientale, nel 2018 il mercato del lusso è cresciuto di un abbondante 5%. Questa crescita riguarda diversi aspetti legati al turismo: il settore hospitality ha visto una crescita delle vendite del 5% rispetto al 2017; il settore della ristorazione del 6% (con un forte impulso dato dalle offerte gourmet e fusion) mentre le crociere di lusso sono aumentate del 7%. Anche il mercato al dettaglio di lusso sta vivendo un momento senza precedenti livelli di spesa. Nel 2018, i beni di lusso personali hanno raggiunto il livello record di $ 290 miliardi.
Considerate nel loro complesso, queste cifre indicano che i consumatori sono disposti a spendere, in particolare su articoli di lusso e per poter godere di esperienze uniche, memorabili e il più possibile personalizzate.
L’identikit del turista ‘di lusso’
Patrick Chalhoub, CEO di Chalhoub Group (il più grande operatore al dettaglio del Medio Oriente, rivenditore e distributore di beni di lusso di proprietà privata, con sede a Dubai) in una recente intervista ha dato una interessante definizione di lusso, concetto che oggi travalica il mero aspetto del prezzo, abbracciando anche l’immateriale: “Il lusso non riguarda più solo i prezzi. Tu trovi il lusso nell’ospitalità, nell’esperienza di vendita e durante la scoperta del paese che stai visitando. Questo è cosa significa oggi turismo di lusso”.
1. Experience e personalizzazione
Il viaggio oggi è sempre più “esperienza”. Coinvolge in maniera sempre più ampia il concetto di ricerca, scoperta, ispirazione, condivisione e coinvolgimento. I retailer sono sempre più concentrati non soltanto nel fornire ai propri customer quello che stanno cercando, ma di farlo con grande cura: il turista vuole ricevere un servizio ineccepibile e un’esperienza indimenticabile. L’enfasi sulla personalizzazione è oggi particolarmente significativa in ogni aspetto del viaggio, dallo shopping al cibo, dall’accoglienza alle visite guidate. Si registra infatti una crescente domanda di unicità, di esperienze su misura, che siano il più possibile memorabili e calate sulle proprie caratteristiche. “Ogni ospite deve essere compreso come individuo. Oggi è il cliente a definire i suoi bisogni” afferma Gerard Lawless, ex Presidente del World Travel and Tourism Council e oggi Direttore non esecutivo di Dubai Expo 2020.
2. Un viaggiatore iper-connesso e digitale
Il viaggiatore di oggi è sempre più connesso ad internet, un dato in crescita per tutte le fasce d’età.
Secondo Data Reportal, oltre l’85% dei viaggiatori nell’area MENA hanno con sè i propri telefoni quando viaggiano per lavoro e almeno l’85% lo fa quando viaggia per piacere.
Questo livello di la penetrazione digitale ha implicazioni aggiuntive per i fornitori di servizi di viaggio di lusso e per i rivenditori:
• Mentre l’uso della tecnologia è più forte tra i millennial e le giovani generazioni, è un errore di limitare l’adozione della tecnologia soltanto a questo gruppo. “Dovremmo concentrarci sulle abitudini e sulle persone – non concentrarci sull’età”, afferma Gerald Lawless, ex Presidente del World Travel and Tourism Council e Direttore non esecutivo di Dubai Expo 2020.
• I dispositivi digitali vengono utilizzati per ispirare e organizzare segmenti di viaggio. In quest’ottica, lo sviluppo di piattaforme per facilitare queste transazioni deve essere necessariamente considerato.
• I marchi dovrebbero prendere in considerazione lo sviluppo di infrastrutture che consentano ai turisti di fare acquisti da remoto
• I brand dovrebbero considerare l’importanza dell’allineamento dei prezzi e delle tendenze di geo-pricing dato che gli utenti hanno costantemente accesso a informazioni globali a portata di mano.
3. Viaggiatori sempre più green
Un crescente numero di viaggiatori dimostra un’attenzione sempre più alta nei confronti della sostenibilità ambientale. La tendenza è guidata dalle generazioni più giovani, ma vari studi dimostrano che l’enfasi sulla sostenibilità è globalmente in crescita e inciderà sempre più sulle decisioni di viaggio e sul consumo consapevole dei turisti nel mondo. Tale attenzione investe ad esempio la scelta degli alberghi in cui soggiornare o i marchi a cui affidare il proprio shopping. “Quando abbiamo iniziato, la gente non sapeva di cosa stavamo parlando” dice Justin Francis, fondatore e CEO di Responsible Travel, con sede nel Regno Unito. Mentre oggi “c’è una crescente consapevolezza dell’impatto umano sull’ambiente, con un forte aumento dei consumatori che si informano e che scelgono di affidarsi a brand che rispettano l’ambiente”.
4. La tendenza “bleisure”
Bleisure è la fusione dei termini Business e Leisure. I viaggiatori che si spostano per motivi di lavoro/affari (viaggiatore business) sentono spesso la necessità di svolgere anche altre attività legate al tempo libero (Viaggio Leisure) come ad esempio visitare una città, incontrare persone o concedersi una buona cena. Rhea Saran, redattore capo di Condé Nast Traveler Middle East, osserva: “Studi recenti hanno dimostrato che vi è una maggiore adozione della cosiddetta tendenza bleisure, mescolando affari con attività ricreative come shopping, scoperte culinarie o culturali”.
Un nuovo sondaggio pubblicato da Great Hotels of the World, ha riscontrato che il 75% dei frequenti i viaggiatori d’affari prolungano i loro viaggi a scopo di svago, spesso più volte all’anno. Gli operatori stanno quindi lavorando per offrire delle opportunità di svago anche a chi si muove per affari, attraverso pacchetti e offerte speciali che li invoglino a prolungare (per piacere) il loro viaggio (d’affari).