Roncucci&Partners è un’azienda di consulenza strategica ed operativa specializzata nel progettare e realizzare percorsi di internazionalizzazione d’impresa. Grazie alle sue sette sedi nel mondo e ad una consolidata esperienza, affianca le aziende che vogliono crescere nei mercati internazionali, portando il Made in Italy nel mondo.
Roncucci&Partners è stata presente in qualità di partner al Tornitura Show nel campo dell’internazionalizzazione e ha organizzato, oltre ad una tavola rotonda, due seminari con un duplice obiettivo: presentare la performance della meccanica italiana sui mercati internazionali e ragionare su cosa significa portare un prodotto nei mercati esteri in termini di controllo delle variabili aziendali.
Il primo seminario dal titolo “Internazionalizziamoci, ma dove? Trend e futuri scenari per lo sviluppo della meccanica italiana nel mercato globale”, tenuto da Stella Occhialini, Senior Project Manager di Roncucci&Partners, e da Federico Rubini, Project Manager di Roncucci&Partners, si è concentrato sulla presentazione della performance della meccanica italiana sui mercati internazionali, andando ad identificare i primi 50 paesi in riferimento alla domanda di prodotti del settore meccanica. Per l’analisi è stato preso in esame un campione ampio rappresentativo della meccanica italiana.
Dai dati presentati, è stato possibile osservare che nel 2022 il mondo ha importato quasi 400 miliardi di euro di prodotti meccanici e che l’Italia si posiziona con una quota di mercato importante, di poco superiore al 7%: questo vuol dire su 100 prodotti esportati, 7 sono prodotti italiani.
Tra i paesi importatori a livello mondiale troviamo, senza sorprese, la Cina (con una quota di mercato del 16,5%), gli USA (11,9%) e poi il resto del mondo: l’Asia con la Corea del Sud e il Tawain, l’Europa con Germania e Francia, naturali paesi di sbocco delle nostre esportazioni, e infine Vietnam, Canada e India, paesi che l’Italia conosce ma non frequenta in maniera assidua e verso i quali potrebbe rivolgersi in futuro.
Per quanto riguarda i paesi clienti della meccanica italiana troviamo gli USA, la Francia e la Germania: su 100 prodotti della meccanica esportati dall’Italia, 13 di questi finiscono negli USA. La Francia e la Germania hanno rispettivamente una quota di mercato del 6,5% e del 6,2%. La Cina figura come il quarto importatore di meccanica italiana, come si evince dal grafico.
Invece, i paesi concorrenti nell’export della meccanica sono la Germania, il Giappone, la Cina, gli USA. In questo ranking dei paesi che maggiormente esportano, l’Italia si piazza al quinto posto, con una quota di mercato del 7%.
L’analisi effettuata permette, inoltre, di individuare dei trend di crescita: per il prodotto italiano al primo posto troviamo il mercato USA, poi la Francia e Germania. Tra questi non figura la Cina, che si presenta satura del prodotto italiano. I mercati da attenzionare e studiare, come evidenziato durante il webinar, possono essere la Turchia, la Svizzera, il Brasile e il Messico.
Questo studio è stato condotto tramite uno strumento analitico proprietario di Roncucci&Partners, il GTO, Global Trend Overview, basato sull’elaborazione di dati provenienti da 54 database internazionali, che permette di identificare i principali paesi target per l’azienda e supporta il management nel prendere decisioni strategiche relativamente al processo di internazionalizzazione.
Il GTO esamina per ciascun prodotto, attraverso il suo codice doganale, le variabili ritenute fondamentali nella scelta dei mercati, e individua i 50 mercati più performanti per domanda, trend di crescita, accessibilità.
Come sottolineato durante il seminario, è importante utilizzare questi strumenti e ragionare sui dati in un momento storico incerto e indefinito. In questo scenario che crea timori, l’industria italiana delle lavorazioni meccaniche resta eccellente: miriade di aziende micro, piccole e medie lavorano con un’alta competenza e riescono a produrre pezzi meccanici molto specifici e particolari, spesso difficili da realizzare, e lo fanno per aziende clienti molto più grandi, internazionali, che richiedono degli standard di lavorazione estremamente alti.
Gabriele Anzalone, Direttore della Management Consulting Unit di Roncucci&Partners, ed Enrico Mirotti, Chief Operating Officer di Roncucci&Partners, hanno portato al Tornitura Show il “Cruscotto per l’Internazionalizzazione – Non si può gestire ciò che non si può misurare”, uno strumento di controllo capace di dare un’indicazione aggiornata dell’andamento aziendale.
Portare nei mercati esteri la propria azienda implica necessariamente un salto di qualità nella capacità di indirizzare, gestire e monitorare l’azienda. Questo salto diventa fondamentale nella realtà in cui le nostre aziende si muovono oggi, molto complessa e in continuo cambiamento. Ci muoviamo in un contesto competitivo volatile di “rimescolamento” delle geografie politiche globali, fortemente innovativo e con i prezzi dei fattori produttivi che possono subire forti oscillazioni. È una fase di forte cambiamento che apre nuove opportunità e che naturalmente porta con sé dei rischi.
L’imprenditore che vuole andare all’estero dovrà gestire nuove variabili o variabili già note ma che presentano una complessità maggiore: occorre monitorare il livello di soddisfazione dei clienti esteri secondo standard diversi da quelli italiani od occorre guardare i tempi di consegna in mercati geografici anche remoti. La logistica diviene più “estesa” e quindi più articolata e, sul fronte dei prezzi, altri elementi da monitorare: le quotazioni dei prodotti devono tenere in considerazione anche i tassi di cambio e l’inflazione nel mercato di sbocco. Questi sono alcuni esempi del diverso gioco che chi opera all’estero deve saper gestire.
Per realizzare l’internazionalizzazione con successo è necessario, come sottolineano Gabriele ed Enrico, individuare la strategia migliore con cui penetrare il mercato, posizionarsi in maniera coerente, mappare i rischi, individuare le principali voci di costo da sostenere e monitorare l’andamento del progetto avendo tutte le variabili fondamentali sotto controllo.
Dunque non solo pianificare, ma anche gestire e monitorare. Tutto questo lo si può fare costruendo il cruscotto, un sistema di indicatori fondamentali, Key Performance Indicators (KPI), che aiutano l’azienda a monitorare il corso del progetto.
Il cruscotto è un sistema integrato in cui tutti i dati e tutti i KPI sono visibili. Si costruisce attraverso un’analisi funzionale nella quale si individuano le dimensioni e le variabili chiave da monitorare per il successo del business e si mappano i principali processi di generazione del valore del business. Successivamente, si stabilisce quali indicatori occorrono per monitorare queste variabili e come costruire il sistema di raccolta e sistematizzazione dei dati.
Il cruscotto, che Roncucci&Partners ha presentato al Tornitura Show, rappresenta uno strumento strategico che permette di prendere delle decisioni e di capire se le decisioni prese sono quelle giuste.
Enrico Mirotti ha esposto un caso concreto in cui l’internazionalizzazione è potuta avvenire solo al termine di un’analisi dei dati di produzione. L’analisi dei dati ha consentito di individuare le criticità produttive che tenevano i costi alti ed impedivano di aumentare la capacità produttiva.
Dati e KPI da monitorare, che se opportunamente analizzati e resi disponibili alle varie figure dell’azienda coinvolte, le mettono nelle condizioni di capire quali sono i reali problemi da risolvere.
Dati e KPI che mettono nelle condizioni di timonare l’azienda, pur nelle acque agitate di oggi, verso nuovi mercati e nuove opportunità.
Martina Villa